Canone Rai in bolletta. Annunciato slittamento dei termini per autocertificare

Se nell’arco di tre settimane viene emesso il provvedimento con le istruzioni per le autocertificazioni sul canone Rai (24 marzo 2016), e il 4 aprile 2016 l’Agenzia delle Entrate fa una prima modifica al modulo, e poi di nuovo il 6 aprile 2016 viene annunciato dal sottosegretario allo Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli, che il termine per l’invio dei moduli “forse” slitterà al 15 maggio, è segno che la macchina “canone in bolletta” non è perfetta, anzi si procede a tentoni, per “toppe” progressive.

A ciò si aggiunga che il tanto aspettato decreto ministeriale, che dovrebbe chiarire tutti i nostri dubbi e che doveva essere emanato entro il 15 febbraio scorso, è ancora ai blocchi di partenza.

Se questo è l’esempio di una strutturata lotta all’evasione fiscale del canone Rai, il Governo non ci sta facendo una bella figura.

Queste le novità ad oggi:
forse (sì, lo so “forse” non vuol dir molto, ma tant’è) le autocertificazioni non dovranno essere fatte con la doppia scadenza del 30 aprile per le raccomandate e 10 maggio per l’invio telematico, ma “forse” verrà individuato un unico termine, 15 maggio 2016;
una mozione presentata pochi giorni fa alla Camera dei deputati da Michele Anzaldi (PD) solleva il problema del pagamento del canone da parte degli italiani residenti all’estero, che hanno la “seconda casa” in Italia e che devono pagare il canone anche se ci vengono una volta ogni tanto. L’idea è quella di modificare la norme, prevedendo una esenzione dal pagamento del canone per gli italiani iscritti all’AIRE (Anagrafe dei residenti all’estero);
il 4 aprile l’Agenzia delle Entrate ha modificato il modulo di autocertificazione, specificando che in caso di utenza elettrica intestata a persona deceduta, il dichiarante/erede può compilare il quadro B “per dichiarare che il canone è dovuto in relazione all’utenza elettrica intestata a se stesso o ad altro soggetto, anche se l’intestatario dell’utenza elettrica non fa parte della stessa famiglia anagrafica del deceduto”. Il che richiama alla mente le bravate da ragazzini, tipo ordinare 100 pizze a nome di tizio e fargliele recapitare a casa. E se per dispetto indico il codice fiscale del vicino di casa o di un parente che mi sta antipatico? Toccherà a lui pagare il canone Rai? Ma soprattutto, siamo fuori dal campo delle dichiarazioni sostitutive, che si utilizzano per dichiarare fatti che siano a diretta conoscenza dell’interessato. E se l’interessato non lo sa? Quanto margine di errore in buonafede c’è per il cittadino che si trova a compilare il modulo? A giudicare dalla mole di telefonate e mail inviate quotidianamente ad Aduc per chiarimenti sul canone Rai, viene da dire altissimo.

Poca chiarezza è un eufemismo. Il problema è che questa mancanza di chiarezza ricade sul dichiarante, che la propria buona fede dovrà poi provarla in un procedimento penale.

C’e’ evasione ed evasione, ma quella del canone e’ piu’ delittuosa di altre, anche se per importi decisamente molto piu’ bassi.
La lotta all’evasione fiscale di 100 euro usa come deterrente la sanzione penale per le autocertificazioni dei cittadini (che spesso sbaglieranno in buona fede); al contempo però le sanzioni penali per i reati tributari sono state “adeguate” innalzando le soglie di punibilità:
– dichiarazione infedele, passa da 50.000 a 150.000 euro;
– omessa dichiarazione, sale da 30.000 a 50.000 euro;
– omesso versamento di ritenute, da 50.000 a 150.000 euro;
– omesso versamento di IVA, passa da 50.000 a 250.000 euro.

E prima o poi il Governo combatterà anche l’evasione del canone Rai speciale, dovuto da attività commerciali, imprese, banche ecc. ecc., il cui tasso di evasione è oggi stimato nel 70%, in proporzione inversa all’evasione del canone Rai per le famiglie?
Ma c’e’ tempo, e attendiamo fiduciosi.

 

(Già pubblicato in Aduc)