Canone Rai. Riscossione quasi impossibile grazie agli 8.000 Comuni?

L’anello debole della macchina perfetta (stando alle rassicurazioni governative) del canone Rai in bolletta saranno i Comuni.
Ciò perchè, in attesa della costituzione della futura Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, sono i Comuni gli unici depositari delle liste anagrafiche aggiornate. E’ vero che le compagnie elettriche sono già in possesso di alcuni dati (per i contratti D3, sotto i 3 kw, i residenti hanno tariffe agevolate, quindi hanno comunicato al gestore la propria residenza), pero’:
– molti utenti hanno trascurato di effettuare questa comunicazione;
– altri utenti hanno trascurato di comunicare la variazione della residenza;
– altri ancora, da qui a luglio (e anche successivamente) cambieranno residenza, e quindi i dati andranno aggiornati;
– per i contratti domestici sopra i 3 kw – D3 – il gestore elettrico non rileva la residenza dell’intestatario;
– le bollette nulla dicono in merito alla composizione della famiglia anagrafica dell’intestatario, “coperta” dal canone pagato da quest’ultimo.
La collaborazione dei Comuni, quindi, sarà fondamentale per la corretta applicazione del canone Rai in bolletta e per l’individuazione di chi deve pagarlo e chi no.
E quì casca l’asino. Gli uffici anagrafe degli 8.047 Comuni italiani si sono già messi all’opera per collezionare i dati che l’Agenzia delle Entrate chiederà loro? Invieranno i dati in tempo utile per la stampa e l’invio delle bollette elettriche di luglio?
Senza voler fare processi alle intenzioni, l’esperienza ci insegna che è altamente improbabile che l’operazione sia compiuta entro due o tre mesi.
Basta pensare alla carta di identità elettronica, prevista da una legge del 1997, e sperimentata in 200 comuni dal 2001: in 14 anni di sperimentazione sono solo 4 milioni le carte d’identità elettroniche rilasciate. Nonostante il flop, con decreto legge del 23 dicembre 2015 si annuncia la “nuova” carta di identità elettronica. Quanti ne hanno una vecchia da sostituire? Problema economico perchè i Comuni non hanno le risorse economiche, e strumentali, per provvedere.
Questione di soldi anche per la comunicazione dei dati anagrafici per la riscossione del canone in bolletta. I Comuni hanno le risorse per provvedere entro luglio? E se non le hanno, su chi ricadranno i costi di finanziamento? Sulla fiscalità generale e sui contribuenti, anche su quelli che la tv non ce l’hanno. Quanto ci costerà allora il canone in bolletta?

(Già pubblicato in Aduc)