Offerte commerciali online: occhio agli sconti. Una guida


Alcuni esempi di comuni offerte commerciali online:

– 15 lezioni di hatha yoga e yoga nidra di un’ora ciascuna a 39 Euro invece di 375: sconto del 90%

– Cena di coppia di pescato del giorno a solo 29 € anziché 85 €: sconto del 65%

– Rinnova la patente auto, moto o nautica. Marca da bollo e visita medica sono comprese! Compra un proposta da 80 € a soli 45 €: sconto del 44%

Vengono chiamati -a nostro avviso impropriamente- gruppi di acquisto; si tratta piuttosto di servizi di mediazione nell’acquisto con offerte commerciali online molto allettanti e sconti che arrivano anche al 90%. Parliamo dei siti come Groupon, Groupalia, LetsBonus, Glamoo, Poinx, Tuangon, Prezzo Felice ecc. ecc. Il meccanismo è semplice: il sito propone offerte commerciali online e vende voucher per l’acquisto di un bene o un servizio a prezzo scontato indicando un numero minimo di acquirenti; gli utenti si “prenotano” per l’acquisto e, se il numero minimo indicato viene raggiunto si attiva l’offerta; l’utente paga il servizio, riceve via mail il voucher e lo stampa, per poi utilizzarlo entro la scadenza (solitamente sei mesi) presso il relativo esercizio commerciale.

L’idea di fondo dovrebbe essere più o meno questa: i fornitori cercano di far conoscere la propria attività e guadagnare nuovi clienti vendendo i propri servizi o le proprie merci a prezzi scontati, gli acquirenti comprano a costo molto inferiore e il sito di mediazione guadagna la sua percentuale. Ma il meccanismo molto spesso si inceppa o viene utilizzato male. Capita infatti che un ristoratore offra una cena per due persone a un prezzo bassissimo, ma per non perderci (o per non perderci troppo) quando il cliente si presenterà con il proprio voucher offrirà un menù di qualità inferiore a quella solita e quindi anzichè trovare un nuovo cliente avrà la garanzia che quella persona non tornerà più nel suo ristorante, ottenendo l’effetto opposto.

Offerte commerciali online. Economico non è necessariamente sinonimo di conveniente: come recedere

Quando si acquistano questi servizi superscontati bisogna prima di tutto ricordare che economico non è necessariamente sinonimo di conveniente. Prima di farsi prendere dall’entusiasmo del prezzo scontato è necessario leggere con molta attenzione le condizioni dell’offerta, per capire cosa esattamente si sta acquistando, cosa è incluso e cosa escluso dal servizio.

Poichè l’acquisto del voucher è avvenuto a distanza, se l’acquirente cambia idea dopo averlo comprato può esercitare il diritto di recesso entro dieci giorni. Solitamente questi siti indicano, quale modalità di esercizio del diritto di recesso, l’invio di una mail, noi consigliamo di non limitarsi alla mail ma di procedere con raccomandata AR alla sede legale della società che gestisce il sito.
Il diritto di recesso, previsto e disciplinato dal Codice del consumo, prevede però una lunga serie di limitazioni, molte delle quali applicabili ai servizi venduti su questi siti. Ad esempio, il diritto di recesso non si applica ai contratti di fornitura di:
servizi relativi:
– all’alloggio (alberghi e simili);
– trasporti;
– ristorazione;
– al tempo libero;
– prodotti audiovisivi o di software informatici sigillati che siano stati aperti dal consumatore;
– giornali, periodici e riviste;
– beni confezionati su misura o chiaramente personalizzati o che, per loro natura, non possono essere rispediti o rischiano di deteriorarsi o alterarsi rapidamente
– quando il professionista si impegna a fornire tali prestazioni ad una data determinata o in un periodo prestabilito (i sei mesi entro i quali si può usufruire del bonus/prestazione).
Di conseguenza, in caso di acquisto di un voucher con il quale si acquista una cena, un pernottamento o un’escursione non si potrà esercitare il diritto di recesso o, se esercitato, il sito potrebbe legittimamente rifiutare di accettarlo.

Offerte commerciali online. Come contestare l’inadempimento

Può poi capitare, come accennavamo all’inizio, che il servizio non corrisponda in tutto o in parte a quanto descritto:

“Cosa pensereste se chiamando ad un ristorante per prenotare un tavolo chi vi risponde vi da’ disponibilità immediata per un tavolo ma quando poi dite che avete un buono sconto non solo sposta la vostra prenotazione a fine mese ma per giunta sarete serviti da una staff diverso dai cuochi e dai camerieri che servono coloro che pagano il prezzo pieno? Forse che pur essendo nello stesso posto sarete serviti da uno staff meno preparato e non capace come quello riservato a tutti gli altri clienti. Naturalmente questo non può mai accadere in un ristorante perché chi esibisce il buono sconto lo fa solitamente dopo aver consumato tutte le portate e quando richiede il conto.
Nel pieno rispetto della democrazia e per evitare una forma di classismo fra clienti di serie A e B.”

“Ho acquistato un buono da Groupon circa a luglio 2010 per un massaggio che poteva essere effettuato dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 20. Chiamando la struttura mi è stato detto che la fascia disponibile era il venerdì dalle 14 alle 16 perchè l’operatrice era presente solo in quelle ore. Ho chiesto a Groupon il rimborso e ad oggi, 22 febbraio 2011, dopo svariate email e telefonate in cui mi è stato garantito il riaddebito, non ho ancora ricevuto niente. Come mi devo comportare?”

In questi casi il soggetto nei confronti del quale farsi valere in prima battuta è il commerciante/fornitore, al quale si dovrà contestare l’inadempimento e formulare le proprie richieste con una lettera raccomandata AR di messa in mora e inviarla per conoscenza anche alla società che gestisce il sito.

(Già pubblicato in Aduc)